Città del Vaticano. Nella mattina di Pasqua, il cardinale Angelo Comastri ha presieduto la solenne Messa della Risurrezione sul sagrato della Basilica Vaticana. Fedeli da tutto il mondo hanno partecipato alla Celebrazione eucaristica, al termine della quale Monsignor Diego Ravelli ha dato lettura del messaggio del Papa: un appello alla pace, alla speranza e alla dignità dell’uomo, sotto la luce della Risurrezione.
La Messa del giorno: il canto dell’alleluia
Alle 10.30 del mattino, nella Domenica di Pasqua, la celebrazione della Risurrezione del Signore ha avuto inizio sul sagrato della Basilica di San Pietro con il rito del “Resurrexit”. A presiedere la solenne liturgia è stato il cardinale Angelo Comastri, Delegato del Santo Padre. Presenti fedeli romani e pellegrini giunti da ogni parte del mondo, molti dei quali attratti dal Giubileo. In un clima di gioia, è risuonato per la prima volta dopo la Quaresima il canto dell’alleluia.
Il cuore del messaggio “Urbi et Orbi”: Cristo è risorto!
Cristo non è più nel sepolcro: è vivo. Questo l’annuncio che attraversa i secoli e giunge nuovamente potente dalla Chiesa di Gerusalemme. È la vittoria dell’amore sull’odio, della luce sulle tenebre, del perdono sulla vendetta. L’annuncio pasquale, letto da Mons. Diego Ravelli dalla loggia centrale, è stato per Papa Francesco un’occasione per affermare con forza che la risurrezione di Gesù è il fondamento autentico della speranza. Una speranza che non è illusione, ma certezza radicata nella croce, che diventa cammino impegnativo e responsabilizzante.
Una speranza concreta che non delude
Il Papa ha voluto rivolgersi in modo particolare a chi vive nel dolore e nell’angoscia, assicurando che ogni lacrima è raccolta, ogni grido ascoltato. La risurrezione non annulla il male dalla storia, ma lo priva del suo dominio. È la vittoria dell’Agnello di Dio, il cuore del messaggio pasquale. “Cristo, mia speranza, è risorto!” ha proclamato il Santo Padre. Una fede che ci invita a essere “pellegrini di speranza”, testimoni della forza della vita, portatori di quella luce che si fa impegno concreto.
Pasqua è festa della vita e dignità di ogni persona
Il Papa ha ricordato che ogni vita è preziosa agli occhi di Dio: il bambino nel grembo, l’anziano, il malato, il migrante. In un mondo segnato da guerre, disuguaglianze, violenze domestiche e discriminazioni, la Pasqua è un richiamo forte a riconoscere la dignità di ciascuno. È la festa della vita, non dell’esclusione. Da qui l’invito ad accogliere anche chi viene da terre lontane, con culture diverse, ma ugualmente figli di Dio.
Appelli per la pace nei luoghi feriti del mondo
Il messaggio “Urbi et Orbi” ha toccato i punti più dolorosi della scena mondiale. Il Papa ha chiesto che la luce del Risorto raggiunga la Terra Santa, dove la Pasqua è stata celebrata quest’anno nello stesso giorno da cattolici e ortodossi. Vicinanza ai cristiani in Palestina, a tutto il popolo israeliano e palestinese, e un accorato appello: cessate il fuoco, liberate gli ostaggi, date aiuto alla popolazione stremata. Il pensiero si è esteso alla Siria e al Libano, allo Yemen, alla martoriata Ucraina, al Caucaso meridionale, ai Balcani occidentali, e all’Africa ferita da violenze, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e Sud Sudan, nel Sahel, nel Corno d’Africa e nei Grandi Laghi.
Disarmo, libertà e sviluppo: strumenti autentici di pace
Francesco ha insistito sul rifiuto della corsa agli armamenti, sulla necessità di garantire la libertà religiosa e il rispetto delle opinioni altrui, denunciando le atrocità dei conflitti che colpiscono civili, scuole, ospedali e operatori umanitari. La pace, ha ribadito, si costruisce con le armi del dialogo, dello sviluppo integrale, della solidarietà. Solo così si può garantire un futuro, abbattendo le barriere che dividono e feriscono.
Un appello universale alla responsabilità e all’umanità
Il Papa ha invocato aiuto per il popolo del Myanmar, colpito da un devastante terremoto, e ha ringraziato i volontari impegnati nei soccorsi. Ha chiesto la liberazione dei prigionieri di guerra e politici, ricordando che nel duello tra morte e vita, è la vita a trionfare. “Affidiamoci a Lui che solo può far nuove tutte le cose” ha concluso il Papa, esortando a non cedere alla paura, ma a investire in pace, giustizia e fraternità.
Un augurio per tutti: la Pasqua della vita che non finisce
La Benedizione “Urbi et Orbi”, impartita simbolicamente da Papa Francesco e proclamata da Mons. Ravelli, si è chiusa con l’augurio pasquale per eccellenza: Buona Pasqua a tutti! Un invito alla speranza che non delude, un annuncio di vita che si rinnova ogni giorno.