Città del Vaticano. Nella tradizionale preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha offerto una riflessione sul Vangelo della liturgia odierna (Lc 2,22-40), che narra la Presentazione di Gesù al Tempio. Il Santo Padre ha sottolineato come questo episodio sia intriso di novità: nel rito consueto di Israele, due anziani, Simeone e Anna, riconoscono nel bambino il compimento delle promesse divine, preannunciando la redenzione di Gerusalemme.
Nella sua riflessione Francesco, ha messo in evidenza tre termini con cui Simeone chiama Gesù: salvezza, luce e segno di contraddizione. “La salvezza universale concentrata in uno solo!” ha esclamato, spiegando come in Cristo dimori la pienezza dell’amore di Dio. Gesù è inoltre la luce che illumina le genti, capace di riscattare il mondo dalle tenebre del male, del dolore e della morte. Infine, Egli è segno di contraddizione, poiché svela i pensieri più profondi dei cuori e stabilisce l’amore come criterio ultimo per giudicare la storia.
Una riflessione sul senso dell’attesa
Alla luce di questa meditazione, il Pontefice ha rivolto ai fedeli alcune domande esistenziali: “Io che cosa attendo nella mia vita? Qual è la mia grande speranza?”. Ha invitato tutti a interrogarsi sulla propria apertura alla manifestazione del Signore e sulla speranza che guida il cammino personale.
Un appello alla vita e alla pace
Dopo l’Angelus, Papa Francesco ha ricordato la Giornata per la Vita celebrata in Italia, lodando le famiglie che accolgono il dono della vita e incoraggiando le giovani coppie a non temere la genitorialità. Ha poi salutato il Movimento per la Vita italiano in occasione del suo 50° anniversario.
Il Papa ha annunciato la sua partecipazione al Summit internazionale sui diritti dei bambini, intitolato “Amiamoli e proteggiamoli”, che si terrà in Vaticano il giorno seguente. Ha sottolineato l’importanza di questo evento come occasione per portare l’attenzione del mondo sui temi urgenti riguardanti la tutela dell’infanzia.
Ribadendo con forza il suo appello contro la guerra, ha affermato: “La guerra distrugge tutto, distrugge la vita e induce a disprezzarla”, chiedendo ai governanti cristiani di intensificare gli sforzi diplomatici per la pace. Ha quindi ricordato le terre martoriate dai conflitti, tra cui Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan e Nord Kiwu.
Un saluto ai pellegrini
Come di consueto, il Santo Padre ha salutato i fedeli presenti in Piazza San Pietro, tra cui gruppi provenienti da Spagna, Francia, Polonia, Croazia, Bulgaria e India. Ha rivolto un pensiero particolare ai pellegrini italiani di diverse diocesi e agli scout di Nola. Nel concludere il suo intervento, Papa Francesco ha rinnovato la sua richiesta di pregare per lui e ha augurato a tutti una buona domenica, con il consueto invito: “Buon pranzo e arrivederci!”.