Roma. Nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, in occasione della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, Papa Leone XIV ha presieduto la commemorazione dei martiri e dei testimoni della fede del XXI secolo. Nell’omelia, ha ricordato che la loro testimonianza è «speranza piena d’immortalità» e segno dell’“ecumenismo del sangue” che unisce i cristiani al di là delle appartenenze confessionali. Ha citato figure concrete di martiri contemporanei, ribadendo che il sangue dei cristiani continua a essere seme di unità e di pace.
La Croce, gloria dei martiri
Il Pontefice ha aperto la celebrazione richiamando le parole di Paolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo». Ai piedi della Croce, ha detto, i cristiani di tutte le confessioni riconoscono la sorgente della salvezza e il volto di Dio che si china sull’umanità. Per questo ha ringraziato i rappresentanti delle Chiese ortodosse, orientali e delle comunità cristiane presenti alla celebrazione. Papa Leone XIV ha ricordato che molti fratelli e sorelle, ancora oggi, subiscono persecuzioni, ingiustizie e violenze per la loro fedeltà al Vangelo. Sono laici, religiosi, sacerdoti che pagano con la vita l’impegno per la giustizia e la libertà religiosa. Agli occhi del mondo appaiono “sconfitti”, ma la loro speranza – ha detto citando il Libro della Sapienza – «resta piena d’immortalità».
Testimonianza disarmata
Il Papa ha sottolineato che i martiri non hanno mai usato le armi della forza, ma hanno testimoniato con la debolezza del Vangelo. Ha ricordato Suor Dorothy Stang, uccisa in Amazzonia mentre difendeva i senza terra mostrando la Bibbia come “unica arma”; padre Ragheed Ganni, sacerdote caldeo di Mosul, che non rinunciò a celebrare l’Eucaristia; fratel Francis Tofi, della Melanesian Brotherhood, che diede la vita per la pace nelle Isole Salomone. Citandone molti altri, Leone XIV ha affermato che i martiri costituiscono «un grande affresco del Vangelo delle Beatitudini, vissuto fino allo spargimento del sangue». Il loro sacrificio non è solo memoria, ma profezia che annuncia la vittoria del bene sul male e l’unità dei cristiani nella Croce di Cristo.
L’ecumenismo del sangue
Il Pontefice ha ribadito l’impegno della Chiesa cattolica a custodire la memoria dei martiri di tutte le tradizioni cristiane, attraverso la Commissione per i Nuovi Martiri. La loro testimonianza, ha detto, è più eloquente di ogni parola, perché l’unità nasce dal sacrificio di Cristo condiviso dai suoi discepoli. Concludendo, Papa Leone XIV ha citato il piccolo Abish Masih, bambino pakistano ucciso in un attentato, che sul suo quaderno aveva scritto: «Making the world a better place». Questo sogno, ha detto, sprona tutti i cristiani a essere lievito di un’umanità pacifica e fraterna, testimoniando con coraggio la fede nel Signore.